giovedì 31 luglio 2014

Più pubblicità che articoli



Nella sala di aspetto di un oculista, per ammazzare il tempo, in attesa che fosse il mio turno per fare la visita, ho iniziato a leggere una rivista, un settimanale dedicato al benessere e alla bellezza. Le prime pagine, come di consueto, sono pubblicitarie: prodotti di bellezza, fanghi contro la cellulite e detergenti per il corpo. Continuo a sfogliare e, dopo il sommario, ci sono varie pagine con notizie flash su salute e attualità, devo dire anche abbastanza interessanti.
Ecco che, intorno a pagina 20, iniziano gli articoli un po’ più lunghi, di più pagine, in genere quelli di richiamo con i titoli in copertina.
Dopo averne letti vari, mi rendo conto che non c’è un articolo fine a se stesso e che dia notizie e informazioni e stop.
Sono tutte collegate a qualche azienda o a qualche prodotto.

Esempio: articolo che insegna a fare la maionese. A pié di pagina trovi indicato l’olio giusto per fare la maionese, la marca e dove acquistarlo.

Articolo che parla dei migliori solari per la pelle: ecco immediatamente la pubblicità di tre creme solari con le rispettive caratteristiche e costi.

Articolo che parla di trattamenti benessere per il corpo e la mente: pubblicità degli hotel dove poterli effettuare.

Articolo che parla di un massaggio in acqua: ecco dove è stato fatto, in questo stupendo resort in Toscana.

Articolo che parla del benessere dei piedi: e voilà, nella pagina successiva inserzione pubblicitaria di cerotti contro calli e indurimenti.

Domande e risposte al ginecologo: poteva mancare la pubblicità di un libro che illustra come affrontare i problemi delle donne in ogni fase della loro vita?

Articolo che illustra come liberarsi dalle zanzare: e come non consigliare le salviettine da portare con sé e i vari prodotti antizanzare?

Finalmente leggo degli articoli senza allusioni pubblicitarie, ma anche in questi c’è il nome dell’esperto di turno (anche questa è pubblicità, non vi pare?).
Soprattutto, se il prodotto è consigliato da un esperto del settore, la pubblicità risulta ancora più veritiera.
Ora mi chiedo, anziché far pagare 1 euro o 1,50 euro, non sarebbe più opportuno regalarlo, visto che dietro ogni articolo si cela in maniera più o meno evidente un’inserzione pubblicitaria?

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